Misure anti-crisi; a Belluno istituito il “Fondo di Solidarietà” per aiutare i lavoratori.

Anna Orsini

Anna Orsini, segretario generale aggiunto Cisl Belluno Treviso

Sottoscritto formalmente l’8 aprile scorso e presentato ai media nelle ultime ore attraverso una conferenza stampa, è stato istituito a Belluno il “Fondo di Solidarietà” a sostegno di chi ha perso il proprio lavoro, sia esso dipendente o titolare di un’impresa unipersonale. Il fondo, attivo sin da subito e che potrà distribuire i primi aiuti già dal prossimo giugno, è costituito, come quota base, dai 150 mila euro stanziati dal comitato promotore (composto da Cgil, Cisl, Uil, Appia, Confartigianato, Confindustria, Confcommercio e Consorzio Bim) alla cui direzione è stata nominata Anna Orsini, segretario aggiunto Cisl Belluno Treviso.

Spetterà poi ad imprese, associazioni e ai singoli cittadini finanziare il fondo  – atipico ed aperto – con altre risorse e con donazioni volontarie.

«In questo momento di grave difficoltà, ci è sembrata un’iniziativa importante a favore dei tanti lavoratori e delle famiglie, ai quali la crisi ha sottratto risorse e reddito. In questi momenti, è necessario che ognuno si faccia carico degli altri», dice appunto la presidente Anna Orsini.

«Il perdurare dell’attuale situazione economica, produttiva e finanziaria con risvolti negativi sull’ occupazione e conseguentemente con pesanti riflessi sulla quotidianità e sulla vita di molti lavoratori, dipendenti ed autonomi, e delle loro famiglie, richiama tutta la nostra comunità ad impegnarsi per realizzare iniziative solidaristiche. Il fondo di solidarietà bellunese si pone in questo ambito e rivolge il proprio appello a tutti coloro che volontariamente (lavoratori, imprese, professionisti, enti pubblici e privati, cittadini) possono offrire un contributo economico per dare un aiuto concreto a chi non è più in grado di affrontare le difficoltà da solo.
Una solidarietà da parte di chi può o da chi lavora verso le persone senza più protezioni sociali che la crisi ha reso ancora più deboli». Questa la motivazione ribadita più volte che ha portato alla nascita dell’iniziativa.

Un aiuto in arrivo dalle categorie imprenditoriali e dai sindacati, il cui progetto, nato un anno fa al tavolo di Confindustria a cui erano presenti i sindacati, è contenuto all’interno dell’accordo per il rilancio del lavoro in provincia.

«L’anno scorso abbiamo messo insieme diversi soggetti, poi abbiamo iniziato a verificare le condizioni per poter avviare questo progetto, individuando anche quale soggetto potesse dare vita e gestire questo fondo. Ci siamo appoggiati a uno studio legale e a un fiscalista», precisano gli otto soci fondatori raggruppati nel Comitato promotore del Fondo di Solidarietà.
Le domande di aiuto saranno compilate e raccolte gratuitamente dai Caf (Centri di Assistenza Fiscale) e presentate al Consorzio Bim Piave, dove una commissione esaminatrice provvederà a scegliere i beneficiari attraverso dei parametri fissati e ad erogare il contributo a rate.

Tra i parametri e le condizione per accedere:

  • Il contributo potrà avere un importo massimo di 3 mila euro e sarà deliberato dal Comitato promotore in relazione alla disponibilità di risorse.
  • Può risultare beneficiario del Fondo chi documenta di non avere più un contratto di lavoro perché non rinnovato o cessato a causa della crisi economica non godendo di ammortizzatori sociali.
  • È necessario presentare una dichiarazione ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) relativa all’anno precedente e non superiore ai 10 mila euro e un patrimonio immobiliare, al lordo delle franchigie ISEE, non superiore ai 7 mila euro per ogni membro del nucleo familiare.
  • È necessario essere iscritti al Centro per l’impiego ed essere residente in provincia di Belluno all’atto di presentazione della domanda e fino all’erogazione del contributo.

«Per gli inizi di giugno saranno pronti i moduli per la domanda di accesso al Fondo e che potranno essere scaricati dal sito internet che realizzeremo quanto prima – spiega ancora Anna Orsini – Oppure basterà rivolgersi agli uffici provinciali del CAAF e richiedere l’assistenza gratuita per la dichiarazione ISEE.»

 

 

Vincenzo Caldarella ©

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